Il regolamento prevedeva di scrivere una fanfiction basandosi sul primo capitolo del libro (una decina di pagine). Nulla vietava di leggere tutta la storia, ma non sarebbero state considerate OOC o non valide storie che non tenessero in considerazione i capitoli successivi. Non solo, ci si poteva ispirare anche a una generale “atmosfera” che le pagine trasmettevano.
Nelle prime sei pagine (scaricabili in PDF dal sito che ho linkato sopra o anche da EFP), abbiamo questa scena: si sa che c’è un circo misterioso, il Cirque des Reves (circo dei sogni) che appare all’improvviso nel suo tendone bianco e nero. L’unico cartello fuori dalla cancellata recita:
Il primo pezzettino è scritto in seconda persona singolare, come se lo scrittore si rivolgesse al lettore/spettatore del circo, in procinto di entrare. Qualche immagine generica di circo (caramello, zucchero filato, lustrini…) e la promessa di trovarsi in un posto magico. Passiamo a una narrazione in terza persona, dove facciamo la conoscenza di Hector Bowen detto Prospero, un famoso incantatore. Al detto soggetto viene recapitata una figliola, Celia, la cui madre si è suicidata. Lui non solo accoglie la notizia con un certo fastidio, ma dà della scema alla madre della bambina e commenta sarcasticamente che avrebbe fatto meglio a chiamarla Miranda, con dotto rimando alla Tempesta di Shakespeare. La bambina non è molto più entusiasta del padre e gli fracassa una tazzina con lo sguardo, dando prova di possedere poteri magici. Tiene anche a precisare che a lei piace Celia come nome e che non ha intenzione di farsi chiamare Miranda.
Questo, in breve, il materiale su cui costruire la fanfiction.
Andando a leggere le circa 150 storie che sono state pubblicate su EFP per il concorso, ho notato alcuni particolari ricorrenti nelle storie.
1. Temi
Che domande, il tema è il circo!
Su questo, le storie non mostrano molte eccezioni: sono quasi tutte ambientate nel circo o comunque legate a quell’ambiente. Quelle che fanno eccezione appartengono a una categoria abbastanza definita, di cui parlerò dopo.
Nel circo, le autrici si sono spaccate a metà: quelle che hanno deciso di mostrarci uno spettatore e quelle che hanno scelto gli occhi di un “lavoratore” del Cirque des Reves.
Nella prima categoria, purtroppo,tutte le storie cadono nello stesso-identico-cliché: lo spettatore arriva, è cinico e diffidente, accade un qualche tipo di magia e si convince di trovarsi in un ambiente magico ed onirico. Su questo punto, non ricordo più le volte in cui ho letto alla fine della fic “Perché questo è un sogno.” “Perché la vita è un sogno.” “Era sogno o realtà?” e altro su questa scia. Le autrici dimostrano di aver capito bene che ci troviamo nel Circo dei Sogni, a quanto pare.
Però.
Insomma, uno spettatore in un circo meraviglioso vedrà delle cose, beh, meravigliose, no? Cose degne di essere descritte nei minimi dettagli.
No.
– Allora, il circo?– Bello! Sublime! Magico!– Che fortuna! cosa hai visto?– Eh, magie.– Sì, ma che tipo di magie?– Magie STUPEFACENTI!-…
Con mio sommo scorno, le storie che parlano di artisti, che descrivono numeri strani, insomma che mostrano un minimo di fantasia da parte dell’autore sono pochissime. Per pochissime intendo meno di 10 su 150.
E le altre? Beh, le altre parlano di Celia e Prospero. Per essere più precisi:
– Prospero inizialmente scocciato da Celia ma che poi le vuole bene
– Prospero che si ricorda di voler bene alla madre di Celia ed è tanto triste
– Prospero che litiga con Celia (per il nome, sempre per il maledetto nome)
– Prospero che litiga con Celia ma riconosce che brava maga è e le cede il timone
– Celia cresciuta incontra l’amore
Che, per carità: sono due maghi potenti, ne avresti di magie da inventare per mostrare l’addestramento di Celia o il potere del padre. Bene, il problema è proprio in quel mostrare: nelle storie (fa eccezione la sopracitata decina) non c’è traccia di incantesimi. E’ tutto un “fece un incanto potentissimo” “vide cose meravigliose” “Era capace di grandi prodigi”. Quali? Trasformare gli spettatori in scimmie o far spuntare conigli dal cappello? Forse accendere la scintilla della fantasia nella mente degli autori, quello sarebbe un grande incanto…
La categoria a parte, di cui parlavo prima, è composta dalle storie che hanno voluto approfondire la figura della madre di Celia.
*sospiro*
Diciamo che non brillano per inventiva. Diciamo che in una parte consistente (che espressa in numeri sarebbe 99,9%) ci sono una donna disperata e povera che non sa come badare alla figlia, così la affida con gli ultimi soldi al padre. C’è la figlia che capisce e si fa adulta di colpo, la madre che piange, il Destino Porco Bastardo… e badilate di noia.
In molte storie la madre non si suicida, finge solamente di farlo. In altre (oh, un minimo di inventiva!) una creatura sovrannaturale. Queste sono le uniche storie in cui si esce dall’ambiente del circo. Finiscono sovente con la lettere che Madre scrive a Prospero.
2. Frasi
Posso capire che, con dieci paginette come guida, uno si attacchi alle citazioni per rimanere in tema. Però che ci si attacchi a pappagallo è svilente.
Poche fanfiction si fanno mancare la citazione del cartello che accoglie i visitatori del circo, piazzata lì e poi dimenticata (al massimo si chiedono tutti “Che vuol dire?” Ma che vuoi che voglia dire! Gli spettacoli saranno di sera, citrullo!).
I sogni. Benedetti sogni, citati in lungo e in largo. Credo di aver riletto tutte le frasi fatte sui sogni, in questi due giorni. Si salvano alcuni usi intelligenti della citazione di Shakespeare “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”.
Lo spettatore che se ne va chiedendosi se è stato tutto un sogno, invece, lo darei in pasto a Sandman.
3.Stile
Se un’americanza fa la figa e usa la seconda persona (a mio parere male, ma vabbè, non è una recensione del libro) non è che chi lo fa acquisisce per osmosi l’atmosfera del libro.
Tirando le somme, posso solo notare con un po’ di tristezza come gli spunti che gli autori hanno sviluppato per il contest ruotano attorno a pochi, noiosi cliché.
Anche se la storia, come potenziale, permetterebbe un uso smodato della fantasia.
Tanto tempo fa, in un archivio di fanfiction lontano lontano…
L’uncinetto non è roba da signorine |
Io giuro, giuro, GIURO che tutte le volte che leggo il sintagma “paladino della grammatica” mi viene voglia di mettermi a urlare. Paladino e dintorni, eh, perché anche quelli che si fanno chiamare “cavaliere, vendicatore, giustiziere, mia nonna in carriola DELLA GRAMMATICA” mi fanno venire giusto giusto su la bile e giù le braccia.
Ora. Parliamone. Lo so che sconvolgerò i più e atterrirò i meno, ma devo dirlo. Notiziona flash: le fanfiction stanno alla letteratura come i castelli di sabbia all’architettura. INCREDIBILE MA VERO.
NOOOOOOOOOooooo |
EBBENE SÌ. Nascondete i bambini, mettete in cantina gli anziani, nell’armadio gli amanti e ingabbiate gli animali. Fare i “paladini della grammatica” andando a commentare in maniera sarcastica e feroce delle cazzo di fanfiction è esattamente come andare a fare pipì sui castelli di sabbia dei bambini al mare IN NOME DELL’ARCHITETTURA. Utile quanto lavare la macchina mentre piove e intelligente quanto usare il sapone intimo per lavarsi i denti.
Espressioni intelligenti e rassicuranti |
Nessuno si aspetta l’Inquisizione Spagnola! |
Cercherò di scrivere questa recensione in modo che tu la capisca, ok? Tu e il tuo cervellino da bimbominkia che ti ritrovi. Hai presente quella “a”, lì, tutta sola, che hai messo vicino a “mangiato” nella frase “a mangiato una mela”? Ecco, lo so, è molto difficile da capire, ma prima della “a” ci vuole una “h”. Sto andando troppo veloce per te? Rallentiamo?
Io voglio sperare che tu non abbia più di dieci anni o che tu sia straniera, perché queste cose sono inconcepibili. Ah, no, aspetta, magari sei Benjamin Button e più invecchi più il tuo cervello regredisce. Solo questo spiegherebbe lo sfacelo di tempi verbali che ho trovato nella tua storia, se “storia” si può definire questo obbrobrio.
Cioè, scusa, ma abbiamo letto lo stesso libro? Draco che sta con Hermione? Ah, magari tu hai letto solo la versione di Geronimo Stilton – perché almeno Geronimo Stilton lo hai letto, vero?, o guardavi solo le figure? – no, perché nella versione che ho letto io Draco diciamo che un pochino odia i Mezzosangue? Ma giusto un filo, eh, non preoccuparti. Ah, e sempre nel libro che ho letto io si dice “Hogwarts”, non “Hogwart”. Ma tanto non è importante, no? I nomi delle cose, riguardarsi i libri… no, eh?
Potrei andare avanti all’infinito, ma non voglio.
Ma io lo faccio per il loro bene
Fa più male a me che a te |
Togli quel telo dalla mia faccia! |
Bellissima la tua fanfiction!!! C’è qualche errore qua e là, ma piccolo piccolo, tipo che passi dal presente al passato nella stessa frase, ma chi sono io per giudicarti? Nessuno è perfetto! Tanti baci e tanti saluti.
Questa è una recensione costruttiva:
La tua fanfiction non mi è piaciuta, perché purtroppo ci sono molti errori che impediscono al lettore di godersi la lettura. Sta’ attenta alla punteggiatura: la virgola non separa mai il soggetto dal verbo di riferimento! E attenta anche alle “h”: il verbo avere vuole l’acca, mentre la preposizione non la vuole (esempio: “Erica ha visto un bel film”, “Andiamo a nuotare in piscina).
Ho usato anch’io il tono da bullo, vediamo se così capiscono quanto è piacevole
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Cara Kukiness,
mi chiamo Victor Frankestein e non ho un problema di cuore, visto che dal cimitero ne posso prendere quanti ne voglio, bensì di scrittura creativa. Vedi, ho scritto questa bellissima fanfiction di Harry Potter, dove alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts arriva una nuova e misteriosa studentessa: Brittany Balthazar Argentlam Rossi, che porta con sé un terribile segreto. Sono già al capitolo ventisette, ma ho ricevuto solo tre recensioni, di cui due di Igor, il mio fidato beta-reader gobbo. Io non capisco: perché nessuno ama la mia creatura? Lei è perfetta e ha un sacco di superpoteri e salva Harry Potter dalla morte per ben cinque volte. Perché non piace a nessuno? Cosa deve fare uno scienziato pazzo per far amare il suo OC?
Distinti saluti,
V. F.
Un aneddoto di vita vera per davvero prima di cominciare. Ciao, sono Kukiness e quando giocavo a Tomb Raider non vedevo l’ora di trovare una bella rupe alta-alta dalla quale, dopo aver salvato la partita, facevo buttare di sotto Lara Croft e la facevo schiantare al suolo proprio di faccia. SPLAT. Era bello perché urlava anche in maniera piuttosto sofferta, tipo AUUUAAAAARGH. Poi spegnevo, ricaricavo dall’ultimo salvataggio e via verso nuove avventure.
Vi chiedete perché vi ho raccontato questo? (Per spaventarci a morte con i tuoi accenni di personalità multipla, Kuki?, diranno quelli che non hanno mai giocato a Tomb Raider) (No, tranquilli, c’è un perché a tutto) Perché oggi parleremo di Mary Sue e di perfezione molesta e soprattutto ci chiederemo perché le parole “Mary Sue” e “perfezione” vanno sempre a braccetto e se vale l’equivalenza inversa (Mary Sue = personaggio perfetto allora personaggio perfetto = Mary Sue).
Lara, mentre ripassa i nomi degli imperatori romani e intanto fa qualcos’altro. |
Mary Sue è un termine molto (stra ab)usato nel mondo delle fanfiction. Quando qualcuno vuol far capire che si intende un po’ di scrittura e vuole pure fare la voce grossa con i niubbetti, due jolly tira di solito fuori dalla manica lisa per il troppo scrivere: “le storie con le kappa non si possono vedere!!! Stuprano la grammatica!!!” e “le storie con le Mary Sue non si possono vedere!!! Che sofferenza!!!”.
All’occhio dei meno esperti, l’uso del kappa al posto della c (vogliamo far vedere che ho studiato linguistica?, il grafema < k > al posto del grafema < c > per il fonema /k/) è praticamente l’equivalente fanfiction dell’uccidere tua madre e poi impalarne la testa fuori dalla porta. Idem per le Mary Sue. Sopproblemi.
Fino alla kappa e alla ci, dai, ci arrivano tutti. Ma cosa sono queste Mary Sue? Visto che siamo persone di cultura per davvero, affidiamoci a quel pozzo di scienza che è Wikipedia:
[…] Nella maggior parte dei casi, “Mary Sue” è un personaggio monodimensionale, poco sviluppato, troppo potente e troppo perfetto per risultare simpatico ai lettori.
Il termine si può associare anche:
- personaggi con caratteristiche particolarmente innaturali. Tra queste le più comuni sono occhi e capelli di colori inesistenti, poteri magici o abilità sovrumane (quando in contesto, poteri e abilità superiori a qualsiasi altro personaggio), oggetti o animali non realistici e/o un passato incredibilmente tragico.
- personaggi dotati di fortuna incredibile, molto al di sopra di ogni realistica possibilità. Questa caratteristica si nota soprattutto nei plot romantici (Mary Sue alla fine riesce a trovare il suo uomo) e avventurosi (Mary Sue sa sempre cosa fare e vince ogni combattimento) e per quanto riguarda la popolarità (le persone “giuste” saranno sempre intorno a lei). Questo non riguarda coloro che dopo grandi fatiche “vivranno felici e contenti”, ma proprio coloro che non affrontano nessun pericolo o quasi.
- personaggi oggetto di ovvio favoritismo da parte dell’autore, che fornisce loro un ruolo molto preminente (tipico di una Mary Sue è il rubare continuamente la scena ai protagonisti “ufficiali”, “canonici”) e ne sottolinea ripetutamente i meriti, per bocca del narratore o degli altri personaggi della storia.
Apparentemente tutto sembra ruotare intorno alla perfezione e ai modi diversi in cui essa può essere espressa: straordinaria bellezza, straordinarie doti, straordinario background (possibilmente angst), straordinaria fortuna, straordinaria straordinarietà, con ghiaccio e limone. Apparentemente, quindi, basta evitare di inserire questo genere di dettagli nella storia e siamo salvi! Niente Mary Sue! Wikipedia saves the day again.
Ma è davvero così semplice?
Prendiamo come esempio la storia di questo tizio che conosco io, a cui non hanno sterminato solo la famiglia, non hanno sterminato solo il villaggio, non hanno sterminato solo la nazione, no, a questo tizio hanno sterminato tutto un pianeta (passato tragico), e finisce che lui è (quasi) l’unico sopravvissuto! Finisce sulla Terra e dai, almeno qui spacca di bbbrutto perché lui ci ha la super forza (ma super da sollevare un Boeing 747 con tanto di passeggeri e valige con una mano), ci ha il potere del volo, è invulnerabile, ci ha la vista a raggi ics e dei raggi che partono dagli occhi e distruggono le cose e il super udito e la voce super potente e un sacco di altre cose fighissime che se le elenco tutte non finisco più (poteri magici o abilità sovrumane (quando in contesto, poteri e abilità superiori a qualsiasi altro personaggio)). Non guasta poi che sia un gran bel vedere: alto, muscoloso, occhi azzurri, capelli neri, bel mascellone squadrato e sorriso da squeeek eccitati (bellezza straordinaria). Non solo! Lui è buono e tenero che si taglia con un grissino, dice sempre la verità, combatte per il bene e risparmia i nemici fetenti quando li sconfigge anche se loro sono stati proprio fetenti tipo che hanno rubato il plutonio radioattivo per costruirci una superbomba con cui minacciare la Terra e gli hanno pure quasi ucciso la ragazza nel frattempo (bello dentro e fuori). Ovviamente quando combatte contro i nemici fetenti, in qualche modo deve pure cavarsela: non viene mai ucciso lì su due piedi, viene sempre prima intrappolato in complicati marchingegni che, sì, saranno pure fatti bene, ma ci mettono tipo tre quarti d’ora abbondanti a cominciare a ucciderti, quindi con un po’ di cervello e un pizzico di fortuna riesci a liberarti (botte di culo a go-go).
I più scafati di voi avranno già capito di chi sto parlando, tipo alla riga tre, ma per quelli che ancora non hanno capito, un indizio:
Caratterizzazione
Il problema quindi non è la “perfezione” o “l’essere straordinari”, ma la perfezione e l’essere straordinari quando sono caratterizzati male. Praticamente tutti i protagonisti dei romanzi di genere sono straordinari almeno un po’, o succedono loro cose straordinarie, altrimenti avremmo racconti tipo Una tizia al supermercato (colpo di scena!, la commessa non c’ha più euri per dare il resto).
A pagina tre viene presentato l’acerrimo nemico: la vezza che paga in spicci da un centesimo! |
Esistono molti tipi di personaggi caratterizzati male. Ci può essere la spalla comica che non fa ridere, il protagonista insulso, l’oggetto d’amore che non si capisce perché piaccia tanto (Twilight anyone?)… Diciamo che la Mary Sue è un sottogenere del personaggio caratterizzato male, cioè il personaggio caratterizzato da una perfezione distorta o male rappresentata. Un personaggio può essere perfetto e/o straordinario, ma la sua perfezione deve trovare solide basi di caratterizzazione, altrimenti scatta il fastidio.
Le vie del Signore sono infinite… |
Da te non me lo aspettavo!
Un personaggio ben caratterizzato è come il tuo migliore amico: sai cosa aspettarti da lui in determinate situazioni. Attenti bene benissimo! Questo NON VUOL DIRE che il vostro personaggio sia banale! Distinguiamo bene bene bene la prevedibilità negativa da quella positiva.
Cliché (prevedibilità negativa). Lo scrittore presenta un personaggio stereotipato, ad esempio il classico cattivo alla James Bond. Lo sappiamo tutti che prima di sparare in fronte al nostro protagonista si metterà a fare uno spiegone sul proprio piano e sui perché e i percome sia diventato un genio del male.
Caratterizzazione (prevedibilità positiva). Lo scrittore presenta un personaggio caratterizzato, ad esempio, come irascibile e sanguigno. Il lettore impara a conoscerlo come tale, perciò quando succede, ad esempio, che un altro personaggio cerca di attaccare briga con lui, il lettore si aspetta che il protagonista reagisca in un certo modo, cioè buttandosi allegramente nella mischia. Un protagonista riservato e schivo, invece, avrebbe una reazione del tutto diversa. Questo si chiama orizzonte d’attesa del lettore e il fatto che il lettore abbia imparato a conoscere il vostro personaggio tanto da intuire quali saranno le sue reazioni a una data provocazione è solo un bene!
Potete anche divertirvi a spiazzarlo (e qui torniamo al discorso delle contraddizioni). Il vostro protagonista irascibile viene provocato da un altro personaggio che vuole fare a botte. Il vostro personaggio reagisce pacatamente e si rifiuta di combattere. Il lettore è spiazzato, non se lo aspettava. Perché ha reagito così? Cosa c’è dietro a un comportamento del genere? Il lettore è incuriosito e vuole proseguire per scoprire cosa sta succedendo.
(N.B. Ovviamente non vale usare il trucchetto dello straniamento a meno di ottime ragioni. Dovete creare curiosità, NON confusione)
Un’altro trucchetto efficace è quello del contrasto. Si presenta alla porta un uomo vestito di bianco, ben pettinato, rasato, con un sorriso amichevole e dai modi cortesi. Si scopre essere un tizio metodico, che ci tiene ad avere il sottobicchiere sul tavolino da caffè e che è appassionato di Harmony da edicola. Si dà il caso che sia anche un killer prezzolato della mafia, famoso per i suoi omicidi cruenti…
La banalità del male |
Conflitto
A volte uno desidera diventare ricco e si impegna per diventarlo ma poi c’è la polizia. |
Uno dei motivi che secondo me si trova alla base dell’amore per le contraddizioni è appunto l’incapacità di gestire un conflitto. Prendiamo uno schema romantico, alla base di una storia d’amore: Harry Potter si innamora di Brittany B. A. Rossi (desiderio) ma la nostra signorina Rossi è – ta-daan – incapace di provare sentimenti (ostacolo). La nostra autrice è in difficoltà. Come si fa ad arrivare alle scene uhmma uhmma, se la Brittany è una specie di pezzo di ghiaccio? Beh, basta dire che Brittany, sì, è una persona fredda, ma quando vuole è molto passionale. E con Harry naturalmente vuole! Problema risolto!
Un’altra conseguenza dell’incapacità di gestire il conflitto è la tendenza a scadere nella facilonata e/o nel deus ex machina, dando così l’impressione al lettore che a Brittany non ne vada male una. Il lettore medio può accettare una certa dose di botte di culo. D’altra parte, se fossimo nella vita vera per davvero, il protagonista medio dei romanzi di genere morirebbe dalle dieci alle quindici volte per libro. Diciamo che, in un certo senso, vale la teoria del “deve tirare a campare”. Se il protagonista mi crepa a pagina otto perché cade in una trappola tesa dagli orchetti che se lo mangiano per colazione, sai un po’, succede che il libro finisce. Tuttavia c’è modo e modo di tirare a campare.
Okay, grandioso. E allora come faccio a caratterizzare il mio OC pieno di contraddizioni e praticamente perfetto in tutto senza risultare fastidioso?
Se ci fosse una ricetta, saremmo tutti Mary Poppins, e non Mary Sue. Posso darvi però qualche dritta.
1) Show, don’t tell, ‘mostrare, non raccontare’. Dire che il vostro personaggio è coraggioso, bello, simpatico e intelligente, brillante ma modesto, attivo ma pantofolaio ecc. ecc. non vuol dire niente finché non lo mostrare. Evitate aggettivi vuoti come “coraggioso” e “bello” e “simpatico” e fate vedere perché il vostro personaggio è coraggioso, bello e simpatico. Mostrare invece di raccontare porta un sacco di vantaggi: il vostro personaggio guadagnerà in concretezza, e quindi anche in credibilità. Poi, oh, non è detto che anche a quel punto il lettore debba trovarlo simpatico. Non è detto che ciò che voi trovate divertente lo sia anche per il lettore, ma dovete correre il rischio e mostrare cosa intendete per simpatico, bello, divertente, intelligente, arguto ecc. ecc. Se poi il lettore non è d’accordo, amen. Sempre meglio che irritarlo a morte con pagine e pagine di aggettivi vuoti.
2) La perfezione ti fa venire voglia di gettare Lara Croft giù dalla rupe. Scegliete con attenzione i dettagli straordinari con cui volete pompare il vostro personaggio (Pimp My Mary Sue). Il fatto che Superman voli, ad esempio, ha una certa importanza per la trama, così come ce l’ha il fatto che sia l’ultimo della sua specie. Se avesse gli occhi viola, farebbe qualche differenza? È proprio fondamentale che il vostro personaggio parli serpentese come Harry o serve solo per far prendere male Draco in una scena e per fargli capire che “ehi, guarda che io non sono come tutti gli altri, io ce l’ho per l’altro verso”?
3) Non…
Ho una mia personale teoria sulle Mary Sue. Secondo me, sono il grado 0 del fangirlismo. Cosa c’è di più puro, di più sinceramente appassionato, del desiderare di avere una proiezione di te stesso (ovviamente migliorata) nel contesto di un libro che ti è piaciuto? E magari una bella storia d’amore con il tuo personaggio preferito? E allora le storie romantiche “tipo” cominciano tutte nello stesso modo: la Emmesse appare dal nulla (una nuova studentessa a Hogwarts, una piratessa senza inibizioni sulla nave di Jack Sparrow, la terza ultima Sayan rimasta nell’universo) e ha una misteriosa missione, o tremendamente buona (l’unica in grado di aiutare Frodo a portare l’Anello, l’unica capace di uccidere Voldemort) o tremendamente cattiva (l’arma segreta dei Mangiamorte, l’esperimento di Lex Lutor, la reincarnazione della Dea della Guerra). Tutti i personaggi si innamorano di lei, ma solo Uno riuscirà a fare breccia nel suo cuore. Dopo una serie di scene epiche slegate tra loro (tensione sessuale a mille tra lei e il Capitano Kirk, lei che sconfigge Draco a Quidditch mostrando a tutti il proprio valore, lei che salva la vita ad Aragorn finendo ferita), lei e il protagonista preferito dell’autrice di solito pomiciano allegramente e si giurano eterno amore.
Finita la pioggia Licia si incontra e si scontra con Piton e cosìììì… |
Questo era ed è ancora spesso ritenuto il punto più basso del fanwriting. Se scrivi di una Mary Sue, allora sei uno sfigato, una ficcynara, una ragazzina patetica di dodici anni. Non hai il diritto di fare self-inserction, non hai il diritto di fantasticare sui tuoi personaggi preferiti, e ommioddio non puoi far separare Harry e Ginny per la tua Mary Sue perché NON È CANON. E allora la gente va a caccia di Mary Sue.
Cosa succede oggi? Che di Mary Sue non si parla più. Non sono scomparse, l’argomento viene tirato fuori di tanto in tanto. “Che pena le Mary Sue, che schifo, cosa odiate di più in una fanfiction? le Mary Sue!!! Anch’io!” e cose così. Anzi, ci sono persone che “ammettono” di aver fatto degli “errori” di gioventù, gente che rinnega le proprie creature, persone che scrivono saggi (!!!) su come evitare le Mary Sue (tipo io!). Quindi, lentamente, a poco a poco, le Mary Sue sono state in un certo senso “spurgate”. Non sono più la piaga del fandom. Non dico che siano sparite. Sono più sottili, anche perché “Mary Sue” spesso viene confuso con “Original Character fastidioso” (e invece OC fastidioso non è uguale a Mary Sue).
Ora mi chiedo: perché? Cioè, riesco a concepire il senso di una fantasia tipo “Harry Potter si innamora di me”. Non riesco invece proprio a comprendere il motivo per cui dovrebbe essere soddisfacente, rassicurante e appagante immaginare un uomo che sevizia una donna. Un rapitore, uno stupratore, un drogato che non riesce a uscirne, un festaiolo impenitente e puttaniere… dov’è il fascino in questi personaggi? Anzi, non nei personaggi, ma nelle loro azioni. Non è neanche un fetish. Non è “uuuh, mi piace il sesso violento e cattivo”. No. È più un “Edward rapisce e stupra Bella random ma in fondo è buono e lei lo capisce e lo accetta.” WTF. Dove sono le fantasie di una volta? Dove sono le dodicenni che immaginavano di fare la magie con Harry Potter? Mi andrebbe bene anche il matrimonio sfarzoso con Edward Cullen, per carità, ma… qualcuno mi spiega, per favore, perché lo stupro? perché la violenza? perché la vita da malavitoso? e perché questi personaggi sottomessi che pensano “ah, mi sta baciando contro la mia volontà, però è dolce e tenero e mi sta tenendo la testa perché sa che a me piace essere toccata così, quindi è bello”.
Non è mica solo una roba di Twilight, neh! |
Quindi, riassumendo: no, le Mary Sue non sono il vero problema del fandom; sono semplicemente il risalutato di un processo mentale diverso. Mi spiego meglio: c’è chi scrive perché ama scrivere e perché ci tiene a fare un lavoro come si deve, e allora spende il proprio tempo libero a cercare di caratterizzare al meglio il proprio OC, e c’è chi invece scrive perché sogna di sposarsi Harry Potter e wow che figo sarebbe se fossi una maghetta anch’io che va a uccidere Voldemort.
Se già vi siete posti il problema della caratterizzazione, congratulazioni!, il vostro OC ha le carte in regola per non essere una Mary Sue! (il che non vuol dire che automaticamente sia un bel personaggio, ma è già un passo avanti)
Se il problema non ve lo siete posto e non state leggendo questo articolo bla bla bla puzzate ah ah ah (tanto non lo state leggendo). No, scherzi a parte, se il problema per voi non si pone, se tutto ciò che desiderate è mettere per iscritto una vostra fantasia che comprende voi con un occhio viola e uno verde mano per la mano con Harry Potter, sapete cosa vi dico? Avete la mia benedizione. Divertitevi, scrivete e fate tanti pargoletti con Harry con un occhio verde e uno giallo e i capelli viola e chiamateli pure Fanfaronius II.
Per tutti gli altri, voi che l’articolo l’avete letto con il cuore in gola perché “ommioddio, adesso salta fuori che ho scritto una Mary Sue”, se vi interessa l’argomento “caratterizzazione di personaggi originali e non” stay tuned! Arriveranno altri articoli.
Ora scusatemi, ma mio marito Ian e i nostri figli Precious e Goldy vogliono fare una partita a Uno.
Tesoro, un momento, finisco di scrivere l’articolo e arrivo! |
Indiana Jones
Armiamoci di frusta, zaino e fedora e seguiamo le orme del professor Jones in quella palude purulenta che è Facebook. Ultimamente i gruppi dedicati al mondo delle fanfiction in generale e a Efp in particolare spuntano come funghi, dal giorno alla notte. Uno dei problemi che viene più spesso sollevato è il seguente:
Perché ci sono storie bellissime e interessantissime senza recensioni e storie orribili e noiosissime piene di commenti?
Da leggersi anche: “Perché nessuno mi recensisce e agli altri invece sì, gnè?”
Una recensione fantasma, proprio lì, vicino al petto sudato di Harrison Ford. |
Bella domanda.
1) Perché magari la tua storia non è così bella come pensi.
Swissh, colpo di frusta! Sarà anche brutale, ma, ahimé, può essere la verità. La tua fanfiction non è bella, la gente non ti recensisce perché non supera il primo paragrafo e chiude la storia prima di averla finita. Questo dovrebbe rispondere anche alla domanda “perché il conteggio letture mi segna trecento e di recensioni ne ho solo una?” Perché aprono la pagina e la chiudono, non è detto che arrivino in fondo. Facciamocene una ragione.
2) Perché magari la tua fanfiction è molto bella, ma il fandom in cui pubblichi è poco seguito.
“Le fantomatiche avventure di Bibo e Giogo” lo guardavate solo tu e tuo fratello perché lo obbligavi. Non gli piaceva neppure. Le tue storie sono bellissime e ricche di significato, ma nessuno legge storie ambientate in un contesto che non capisce.
2 b) Perché scrivi in un fandom immenso, dove la gente pubblica tipo centinaia di migliaia di fanfiction al giorno, quindi è anche un po’ normale che la tua bellissima drabble finisca subito a pagina quarantacinque.
Il professor Jones scrive fanfiction su fandom sconosciuti, che ha scoperto lui. |
3) Perché magari non c’hanno lo sbatta a mettersi a recensire, ed è loro sacrosanto diritto.
E questo secondo me è il nocciolo della questione. Risponderò alla domanda con un’altra domanda, anche se non si fa (me lo diceva sempre mia madre, quindi sarà vero).
Perché si scrivono e si leggono fanfiction?
Perché è divertente. Perché c’è gente che accende la tivù e si guarda un film, gente che tira quattro calci al pallone, gente che scopre idoli d’oro in templi maledetti (professor Jones, tipo lei) e gente che preferisce scrivere e leggere. Il mondo è bello perché è vario.
Non dimentichiamoci una cosa, però. Il fanwriter è prima di tutto un fan, e poi di tutto anche un writer, uno ‘scrittore’. Facciamo ‘scrivente’, va’, che la differenza non è mica tanto sottile! Non tutti scrivono perché hanno a cuore le sorti della letteratura mondiale, a volte uno scrive anche solo perché gli piace l’idea che l’amicizia tra Bibo e Giogo non sia solo un’amicizia, ma sconfini nell’amore. Il professor Jones, che ha una cotta spaventosa per Cleopatra, scrive imbarazzanti self-inserction di sé nelle vesti di un aitante centurione romano (Indianicus Spartacus Jonesus IX) che si infila nel triangolo piccante Cesare-Cleopatra-Antonio. A ognuno il suo. E come il fanwriter può scrivere per semplice sfizio, così il fanreader può leggere le cose che vuole senza alcuna pretesa culturale e nessun obbligo. Magari a Tizio non interessa quanto sia bella e scritta bene una storia, gli preme solo che Bella e Edward alla fine facciano sesso. Punto. Gliene frega assai dei congiuntivi e delle metafore e della struttura. Bella, Edward, Sesso. Tutto qui.
E anche se fosse un cercatore di perle che passa le giornate a spulciare l’archivio alla ricerca delle storie migliori, è suo diritto dimenticarsi di recensire, non trovare il tempo per farlo, non avere voglia di farlo, non sapere cosa dire, essere timido, fregarsene altamente, non sapere che esiste la possibilità di recensire, non essere iscritto al sito, non avere le dita per digitare una recensione.
“Junior, non possono obbligarci a scrivere una recensione se non vogliamo!” |
C’è anche la questione delle fantomatiche “storie brutte ma piene di recensioni, gnè”.
Prima di tutto, una mano sul cuore e l’altra sulla vostra cartella fanfiction, siete sicuri, ma sicuri sicuri sicuri, che la vostra fanfiction sia migliore di quella che additate come “brutta ma piena di recensioni”? Ma proprio sicuri? Okay. Allora mettiamola così: se io ho cinque minuti liberi e una passione sfrenata per la coppia Draco/Hermione, ma sfrenata del tipo “La Rowling voleva farli finire insieme ma l’editore malvagio glielo ha impedito perché era una cosa troppo adulta” e/o “I nazisti hanno smarrito il vero manoscritto” (Maledetti nazisti!), può anche essere che non ho il tempo e/o la voglia di leggermi una storia di settanta capitoli dove il loro rapporto evolve lentamente ma in maniera assolutamente credibile e IC e dove tutte le sfaccettature morali e caratteriali e culinarie sono fighissime e con sottotrame incredibili e chi più ne ha più ne metta. Magari c’ho davvero cinque minuti, c’ho davvero voglia di leggermi solo la parte in cui fornicano e me ne strasbatto le palle di come viene descritta, tanto me la immagino io come pare a me e tanti saluti. Non ho nessun obbligo, ripeto, NESSUN. OBBLIGO. di cercarmi e farmi piacere le storie belle. Ma proprio nessuno. Così facendo mi perdo delle cose fantapignose? Ma saranno un po’ fatti miei. Peggio per me, no?
Bitch please |
Io scrivo e scrivo perché mi piace scrivere, non perché mi piace una determinata coppia o un determinato fandom. Quando ricevo una recensione, vado letteralmente in brodo di giuggiole. Lo giuro. Squittisco, arrossisco, emetto versi non umani e di solito chiamo a raccolta famiglia-amici-moroso-cane per mostrare le belle parole che mi sono state rivolte (sono molto molesta). La verità, però, e lo dico molto francamente, è che se non esistessero siti di fanfiction con la possibilità di recensire… scriverei lo stesso. Io scrivo perché amo farlo, condivido perché mi piace farlo, e se vengo premiata con una recensione, bene, benissimo, fantastico!, altrimenti amen. Non è il mio stipendio, non mi ci pago da mangiare.
Tra l’altro mi piacciono tutti i commenti. Non ci sono recensioni che valgono più delle altre, o meno, se è per questo. “Bella ficcy posta presto” può anche essere meno… massiccio rispetto a un commento di ottomila parole che tesse le tue lodi e incensa la tua storia, però è anche vero che nessuno obbliga il recensore a scrivere un commento. È lui che spende un tot del suo tempo libero per dedicarlo alla tua storia; se il massimo che può offrire è “bella, continuala!”, okay! Sarebbe come pretendere da te, autore, storie di novanta capitoli. Tempo e voglia non valgono solo per te che scrivi storie, ma anche per chi scrive commenti.
Ah, c’è anche la questione degli amyketti (sic). Se io e la mia compagna di banco spariamo cazzate su Harry Potter durante l’intervallo, e poi la mia compagna di banco trascrive le nostre cazzate sottoforma di capitolo e lo pubblica su Efp, è mio sacrosanto diritto leggere lei e recensire lei piuttosto che mettermi a cercare le Storie Belle Senza Recensioni che per giustizia divina meriterebbero la mia attenzione. Magari uno si iscrive su Efp solo per recensire e commentare suo fratello, o magari si crea una piccola cerchia di autori appassionati di una certa coppia che si recensiscono a vicenda e si regalano fanfiction al compleanno e ignorano tutti gli altri Dante e Petrarca lasciati soli al freddo sul marciapiede.
“Io recensisco solo Mr. Jones!” |
Detto questo, lo so, lo so. Io scrivo perché mi piace scrivere, ma magari tu, autore X, scrivi perché vuoi ricevere recensioni. E in ogni caso venire ignorati non è mai bello, dai. La soluzione però non è certo andare su Facebook o Tumblr o MySpace o Live Journal a piangere miseria. Presentare la mancanza di recensioni come un affronto e il recensire come un obbligo non solo è fastidioso, ma è anche controproducente. Uno che parla di “ingiustizia” e di “storie bellissime senza recensioni” non deve essere niente meno che perfetto, perché poi i lettori impietositi aprono il suo link, guardano la fanfiction Scritta Benissimo Senza Recensioni e dicono “Ma… non è poi così scritta benissimo…” E non recensiscono.
Come si fa a ottenere recensioni, allora?
1) Recensendo.
Se recensite tanto, è possibile che qualcuno incuriosito venga a fare un salto nella vostra pagina. Ricordatevi che dovete fare uno sforzo in più del solito e scrivere recensioni un po’ corpose (Ma Kuki! Hai detto che tutte le recensioni sono uguali!) (Sì, professor Jones, questo quando uno non vuole un tornaconto. Se vuoi essere recensito, ti fai lo sbatti di recensire come si deve, non è più solo un passatempo.), non per forza positive, ma ponderate e intelligenti, in modo da venire notato.
2) Partecipando attivamente alla vita del sito/forum/archivio dove pubblicate.
Partecipate alle discussioni nel forum, apritene di vostre, pubblicizzatevi nei luoghi appositi, iscrivetevi ai concorsi (e portateli a termine, furbetti che non siete altro), fate parlare di voi. Mi raccomando, vedete di scrivere cose intelligenti, non è che tutto quello che vi esce dalla bocca è oro colato.
3) Facendo un po’ di PR in giro.
Facebook, Tumblr, MySpace, Blogspot, e chi più ne ha più ne metta. Internet offre un fottilione di modi per farsi pubblicità e per interagire con i lettori. Aprite un blog per offrire succulenti spoiler e per dialogare con chi vi legge. Linkate la vostra storia nei gruppi di fanfiction su Facebook. Aprite e amminstrate come si deve una pagina fan. Le possibilità sono infinite. Potete anche andare a piangere che nessuno apprezza il vostro infinito talento… scommetto che fino ad ora vi ha molto aiutati, vero?
4) Se siete Harrison Ford, sorridete. Sorridete e basta. |
Ma Kuki, io non c’ho voglia di sbattermi a recensire gli altri e a fare PR.
E i lettori non c’hanno voglia di recensirti. Siete pari.
Ma Kuki, non c’è un modo più facile per ottenere le recensioni?
Puoi avere una bella botta di culo e venire subito notato dalle persone giuste senza aver mosso un dito per fare pubblicità. Comunque il metodo che ho proposto io non è così difficile come sembra. È più facile a farsi che a dirsi.
Kuki, ci metti un’altra foto di Harrison Ford che è tanto tanto tanto carino?
Ma basta chiedere!
SIGLA!
Succede così, che un giorno sei lì, guardi la tivù e in una pubblicità passa un sottofondo musicale che ti piace da matti. È la pubblicità dei Cornetti Algida, ma chissenefrega, il motivetto è orecchiabile. Meno male che hanno inventato Internet!
Tu su Google
PUBBLICITÀ CONRETTO CANZONE
Google a Te
Forse cercavi CORNETTO? Comunque ti ho trovato un po’ di canzoni.
Eccolo lì! Un bel riquadro di Youtube che ti manda alla canzone che cercavi! Sono gli… gli… Audio Bullys? Mai sentiti. Bella lì, però! La canzone è proprio una figata. Scorri i commenti.
Commenti a Te
Thumbs up se siete qui grazie al Cornetto Algida! :D :D
E tu lo sei! Yeah! Subito su il pollice. Poi leggi i commenti successivi:
Che tristezza quelli che hanno trovato la canzone del Cornetto!
Cosa, quale pubblicità? Io questa canzone la conoscevo perché gli Audio Bullys sono grandiosi, che cazzo c’entra il Cornetto?
Io manco guardo la televisione, perché manda in pappa il cervello!
Chi sono questio ignoranti????
E tu ti senti per QUALCHE STRANO MOTIVO triste y colpevole.
Ma chi sono questi Feroci e Arrabbiatissimi utenti di Youtube? E loro alla canzone come ci sono arrivati? Non ti preoccupare, mio piccolo lettore! Questo post è dedicato proprio ai Rage Fan, ossia a quegli utenti di Internet che provano un piacere strano e perverso a urlarti in faccia quando sbagli qualcosa/quando loro pensano che tu stia sbagliando qualcosa.
Questo articoletto nasce da una breve visita su un forum dedicato al Doctor Who. Per chi non lo sapesse, il Doctor Who è una serie televisiva della BBC che nasce tanto tanto tempo fa, quando la Terra era piatta. Tipo nel 1963. Il Nono, il Decimo e l’Undicesimo Dottore, però, sono piuttosto recenti, quando le medicine erano già state inventate, cioè nel 2005.
Il Decimo Dottore in un suo momento di… |
Oooora.
Prima del 2005, l’ultimo film del Doctor Who era uscito tipo nel 1996. Significa che la nuova generazione di spettatori difficilmente ha visto la serie classica, ma ha cominciato proprio con i Dottori moderni. I Nuovi Dottori sono fatti apposta per poter essere guardati, seguiti e capiti anche da chi non ha visto le serie classiche e per avvicinare le nuove generazioni al programma: attori di aspetto gradevole, giovani, in grado di girare scene d’azione, un po’ di romanticismo e via discorrendo.
Pensate di essere uno dei nuovi fan.
Voi nei panni di un fan
Uh! Che carina questa serie, il Doctor Who! Mi piace proprio. Grazie, Internet! Mi dai la possibilità di iscrivermi a un forum e di parlare con altri fan come me delle cose che ci piacciono. Ciao, altri fan come me! Sono un super fan del Dottor Who! Che simpatico il Dottore! Tennant è fantastico! Mi fa morire dal ridere. È il mio dottore preferito. Voi che ne pensate?
Dopo due o tre risposte normali tipo “È anche il mio preferito!”, “No, io preferisco Smith, perché ha il farfallino!”, “Sì, però che triste la cosa di Rose… :(” ecco che arrivano loro: I RAGE FAN!!!
Li senti avvicinarsi perché le imposte sbattono, il termostato crolla e il cane ulula alla luna.
COSA COSA COSA odono le mie orecchie? Cosa vedono le mie fosche pupille? SUPER FAN? Come osi definirti super fan se non hai visto la serie originale? E come puoi dire che Tennant sia il migliore? E Baker? VUOI METTERE CON BAKER? Ma cosa parlo a fare con te, che guardi il Doctor Who solo per gli attori carini! Triste la cosa di Rose? Nessuno si ricorda mai di Adric! Quello sì che è triste? Come puoi dire che quella cosa è triste se…
E così via e via discorrendo.
Oh, non fate quelle facce. Non è mica un problema solo dei fan del Dottor Who. Vogliamo parlare dei fan di Monkey Island?
Monkey Island è una avventura grafica creata dalla LucasArts durante l’Impero Romano, cioè nel 1990. I primi due capitoli, che si susseguono a distanza di un anno, sono tipo le più belle avventure grafiche EVER, e sono state realizzate con l’apporto di Ron Gilbert, Tim Schafer e Dave Grossman. La vera mente del progetto era Ron Gilbert, che creava degli enigmi fantastici, divertentissimi e difficilissimi da risolvere.
Okay. Dopo il secondo capitolo, Ron Gilbert se ne va. Il terzo e il quarto capitolo della saga sono affidati ad altre persone e, oggettivamente, non riescono ad arrivare ai livelli di Gilbert. Tuttavia, se sei nato negli anni Novanta è più probabile che tu abbia giocato al terzo capitolo, che è del 1997 (anno della scoperta dell’America) ed è su cd-rom e non su floppy-disc (a meno che tu non abbia genitori nerd come me che giocavano a Monkey Island su floppy). Anche il quarto è su cd, è del 2000 (anno della nascita delle macchine volanti e dei viaggi nello spazio).
Ora, lo scopo è RISOLVERE ENIGMI. Okay? Raccogli oggetti stupidi, li metti insieme, crei oggetti ANCORA più stupidi e li usi per aprire porte, per convincere scimmie a seguirti o per rubare reggiseni ai pirati (true story). Immaginate di essere dei nuovi fan di Monkey Island:
Ah, che difficile questo enigma! Grazie, Internet, che mi dai la possibilità di iscrivermi a un forum e di chiedere aiuto ad altri fan come me! Ciao, altri fan come me! Sono una grande fan di Monkey Island! Sto giocando alla Maledizione di Monkey Island e mi piace un sacco! Sono bloccata in un punto: non so come convincere i pirati a unirsi alla mia ciurma. Qualcuno mi aiuta a risolvere il problema?
Si sentono dei passi pesanti in lontananza. I cavalli nitriscono, le porte sbattono, i pesci rossi saltano fuori dalla boccia.
COME OSI DEFINIRTI UNA GRANDE FAN DI MONKEY ISLAND? Se non hai mai giocato in 8-bit è COME SE NON AVESSI GIOCATO! Non sono veri MI quelli che non sono stati supervisionati da Gilbert! E cosa chiedi aiuto per il terzo che è facilissimo?
E così via e via discorrendo.
Vogliamo parlare dei fan di Harry Potter?
Adoro i film di Harry Potter!
IO PIANGEVO LA MORTE DI FRED WEASLEY PRIMA CHE TU IMPARASSI A CAMMINARE! Ops, ti ho fatto uno spoiler dell’ultimo film! LOL! Così impari a non leggere i libri. Mettete mi piace se anche voi pensate che chi ha visto solo i film non capisce niente di Harry Potter perché la Saga della Rowling nasce come libro e chi va a Roma perde poltrona e la gattina frettolosa ha FATTO NASCERE I GATTINI BABBANI!!!!
Gattino babbano costretto a usare armi non magiche |
Qualcuno, per favore, mi spieghi cosa c’è all’origine di tutta questa rabbia nei confronti dei “nuovi fan”. Perché spaventate i nuovi fan, maledizione? Sono piccoli! Si spaventano e poi scappano. Poi vi lamentate che le vostre serie sono poco seguite e poco apprezzate dal pubblico. Eccicredo! Spaventate a morte tutti quelli che osano avvicinarsi al vostro Tempio Sacro della Conoscenza.
Santo cielo!
Invece di essere contenti che qualcuno ha scoperto la cosa bellissima di cui voi siete fan! Siete senza cuore. Accogliete i poveri niubbi! Non importa se sono arrivati alla vostra canzone preferita perché la davano come sottofondo musicale di una pubblicità di assorbenti! Non importa se hanno visto prima il film e poi letto il libro e non importa se hanno cominciato a guardare la serie perché c’era il loro attore preferito. Poi al massimo, se gli piace, guardano anche le altre puntate, giocano agli altri giochi, ascoltano il resto del cd e IMPARANO. Comprano i libri di Harry Potter, pagano il biglietto del cinema, spendono soldi sonanti per avere i cd e fanno più ricchi quelli che producono le cose che vi piacciono.
Non maltrattate i niubbi!
Quando spulcio i bandi per i concorsi di fanfiction sul forum di efp, ma anche in altri lidi, trovo SEMPRE lo stesso punto, in tutti i bandi: è severamente vietato lo stile copione. Ma cosa si intende per “stile copione”?
Lo stile copione è essenzialmente un sintagma fuffa per indicare una fanfiction scritta come se fosse un copione teatrale o una sceneggiatura:
Harry (entrando in sala grande): Ciao, Ron. Ciao, Hermione.
Ron (alzando la testa dal piatto): Ciao, Harry, siediti con noi.
Hermione (rivolta a Harry): Sei in ritardo. Hai finito i compiti di Trasfigurazione?
Harry (facendo una smorfia): Oh no! Me ne sono dimenticato!
Questo è un esempio di scena in “stile copione”. Il motivo per cui viene schifato sembra piuttosto ovvio, ma diciamolo comunque (Potere di Capitan Ovvio, vieni a meee!): questo stile non viene usato per una vera e propria ragione, non c’è una consapevolezza stilistica che illumina le fanwriter e le fa esclamare “Caspita, questo racconto non può essere scritto in altro modo che come fosse una sceneggiatura!”. È una semplice questione di ignoranza stilistica. Per questo, quando questo “stile” viene adottato, i risultati sono quasi sempre miseri (N.B. – Anche se la scelta fosse consapevole e ragionata NON SIGNIFICA che necessariamente diventerebbe una buona idea).
Riflettevo l’altro giorno su una cosa, però. Facciamo una prova, proviamo a “tradurre” il brano sopra in uno stile più narrattivo:
«Ciao, Ron. Ciao, Hermione», disse Harry, entrando in sala grande.
«Ciao, Harry, siediti con noi», esclamò Ron, alzando la testa dal piatto.
«Sei in ritardo. Hai finito i compiti di Trasfigurazione?», puntualizzò Hermione, rivolta a Harry.
«Oh no! Me ne sono dimenticato!», brontolò Harry, facendo una smorfia.
Okay. Se qualcuno leggesse questo brano, non penserebbe mai “che schifo, è una fanfiction in stile copione”. Chiaramente non lo è, confrontate per credere.
Ma è poi tanto diverso dal pezzettino in stile copione che ho scritto sopra? È più bello, più piacevole? Ma assolutamente no. Anche questo schema “«Battuta», tag di dialogo, CATENA DI GERUNDI PIÙ O MENO LUNGA” è assolutamente orrido. È orrido per diversi motivi:
1) è statico, per cui si ha l’impressione di vedere un brutto telefilm, con la telecamera che si sposta sul faccione del personaggio che pronuncia la battuta, avanti e indietro, avanti e indietro;
2) ti obbliga a usare trecentoventisette sinonimi di “disse” per cercare di movimentare un po’ la situazione – ovviamente senza successo, perché i sinonimi di “disse” sono quasi sempre una pessima idea (ne parleremo un’altra volta);
3) ti obbliga a usare duemilaventotto sinonimi del nome proprio per cercare di movimentare un po’ la situazione, per non ripetere “disse Harry, bisbigliò Harry, ruttò Harry, sibilò Harry” a distanza di due o tre righe l’uno (anche i sinonimi del nome proprio sono cosa da evitare in tutti i modi possibili e immaginabili);
4) ti induce a usare catene lunghissime di gerundi e meno gerundi ci sono meglio è (anche di questo parleremo prossimamente).
Io dico quindi: sì, è vero, lo stile copione è sicuramente un NO NO NO da tatuarsi sull’avambraccio, però esistono cose altrettanto brutte che nessuno si fila. Qualcuno prima o poi mi dovrà spiegare il perché. A mio parere, quindi, scrivere “niente fanfiction in stile copione” è utile più o meno quanto scrivere “niente fanfiction in brutto stile”, serve solo a fare una prima e molto marginale scrematura.